Lo SQUID

SQUID

La sigla sta per superconductive quantum interference device e indica il prestigioso macchinario in grado di misurare con la massima precisione la quantità del ferro di pazienti talassemici, o con problemi epatici e renali.

A Torino esiste questo apparecchio per quantificare il ferro, e da dicembre 2010 trova la sua sede definitiva presso l’ASO San Luigi Gonzaga di Orbassano.

Primo in Italia, secondo in Europa e terzo nel mondo dal 2000 è l’unico centro italiano ove è possibile eseguire la quantificazione non invasiva del ferro corporeo tramite Biosuscettometria Magnetica SQUID; al momento sono stati eseguiti più di 20000 esami su pazienti provenienti da tutta Italia e dall’estero per l’inquadramento diagnostico/terapeutico di talassemie,emoglobinopatie ed altri disordini del metabolismo del ferro (emocromatosi genetiche e secondarie, epatopatie, neoplasie…).

Da qualche anno è disponibile un nuovo apparecchio per la valutazione non invasiva della fibrosi epatica tramite elastometria ad ultrasuoni (FIBROSCAN).

INFO UTILI SULLO SQUID


L’accumulo eccessivo di ferro nei principali organi dei malati di talassemia è responsabile delle complicazioni tipiche della malattia (cardiopatia, epatopatia, endocrinopatie).
La determinazione dei livelli di ferritina sierica (indicatore del ferro nel sangue) è utile, ma questa può presentare variazioni anche importanti e non direttamente correlate all’accumulo di ferro.
Inoltre la ferritina non è un reale indicatore dell’accumulo a livello dei tessuti, e usata da sola, può portare ad un’errata metodologia terapica chelante a causa della sopravvalutazione o sottovalutazione della reale entità dell’accumulo negli organi.
Se in un primo tempo per la determinazione del deposito del ferro ci si affidava a metodi come la biopsia epatica, con il passare degli anni è stata sviluppata un’importante strumento diagnostico più preciso e non invasivo denominato SQUID (Superconductive QUantum Interference Device).

Questa macchina misura direttamente le proprietà magnetiche della ferritina e della emosiderina, non risente dell’influenza di fattori quali cirrosi epatiche o fibrosi (come avviene per la biopsia) e valuta l’accumulo ferroso al livello centrale dell’organo e non solo perifericamente.

Fino a 4 anni fa esistevano soltanto due apparecchi Squid dislocati presso Amburgo (Germania) e Cleveland (USA), fino a che non venne creato a Torino il Centro Squid presso l’ospedale Regina Margherita, sotto il coordinamento del Dott. Piga.

Lo Squid di Torino è l’esponente più recente dei biosuscettometri di nuova concezione: grazie ad alcune migliorie tecniche è stato possibile aumentare il grado di accuratezza e precisione delle misurazioni, rendendo inoltre possibile l’estensione della tecnica diagnostica perfino sui bambini.
Lo Squid è posto nel cortile della struttura ospedaliera, in una struttura appositamente realizzata, per la realizzazione della quale si è posta particolare attenzione, dalla scelta dell’ubicazione a quella dei materiali, al fine di ridurre al minimo le possibilità di inquinamento elettromagnetico.

Operativo dal 21 giugno 2000, lo Squid è un’efficace metodo diagnostico utilizzato non solo dai talassemici ma anche per altre importanti applicazioni:

– valutazione dell’efficacia di chelanti sperimentali a breve e medio termine
– valutazione del ferro nei pazienti drepanocitemici e microdrepanocitemici
– valutazione del ferro nei pazienti affetti da talassemia intermedia
– valutazione del ferro in pazienti affetti da anemie congenite, mielodisplasie o anemie emolitiche
– diagnosi dell’emocromatosi ereditaria
– regolazione delle terapie con salassi
– quantificazione del ferro nelle patologie a carico del fegato
– preparazione alle terapie antivirali nelle patologie epatiche
– monitoraggio del trapianto di midollo osseo
– preparazione al trapianto di fegato e follow up post-trapianto

Va inoltre ricordato che il centro Squid di Torino è diventato punto di riferimento non solo per i pazienti piemontesi, ma di tutta Italia. Il costo di circa 750.000 euro sostenuto per l’implementazione del Centro Squid ha certo avuto piena giustificazione nei benefici tratti da tutti i pazienti talassemici che vi si rivolgono oltre alle altre molteplici applicazioni alle quali si presta.

Come è eseguito l’esame Squid?

Desideriamo tranquillizzare subito chi non lo hai mai fatto: l’esame Squid non è doloroso e non deve fare paura. Il suo svolgimento è estremamente semplice: prima dell’esame vero e proprio viene misurata la massa corporea oltre al peso.
Quindi il paziente viene fatto adagiare con il fianco destro rivolto verso l’alto su un lettino capace di prendere l’esatta forma del corpo in modo da permettere l’assoluta immobilità durante lo svolgimento dell’esame.
A questo punto viene eseguita una ecografia epatica (un sensore appoggiato sul fianco destro) per valutare la morfologia del fegato ed individuare un riferimento per il puntamento dello Squid.
Terminata l’ecografia il lettino su cui è adagiato il paziente viene portato sulla verticale del sensore dello Squid, e l’esame ha inizio. Il sensore (un disco nero di morbida gomma) viene portato a contatto del fianco facendo una lieve pressione. Questa operazione è ripetuta 4 o 5 volte (è richiesto al paziente di inspirare a fondo e trattenere qualche istante il fiato) al termine delle quali lo Squid è terminato.
Durante questa fase la macchina emette un ronzio, segno del suo funzionamento. Il tutto si svolge indicativamente in 20 minuti e la presenza dei medici nello stesso locale è costante ed attenta. Una prima indicazione dell’esito può talvolta essere fornita già al termine dell’esame oppure dopo un’attenta valutazione dei medici.

L’apparecchio di Torino rappresenta l’ultima generazione. Il meglio che oggi il mercato e la ricerca scientifica possono offrire in termini di accuratezza e la precisione delle misurazioni, con l’estensione dell’applicabilità della metodica anche in bambini molto piccoli.

COSA PREVEDE LA PROCEDURA DELL ’ESAME SQUID NEL DETTAGLIO:
La prima fase dell’esame consiste in un’ecografia (durata: circa 15 minuti) volta a ricercare la posizione più appropriata per eseguire la misurazione SQUID. Verrete adagiati su un materasso pneumatico e, con l’aiuto di alcuni cuscini speciali, una volta trovata la posizione idonea, verrete “bloccati” tramite l’estrazione dell’aria dallo speciale materasso che assumerà la forma del vostro corpo in una posizione il più possibile confortevole.
Il posizionamento sarà laser-guidato (sul soffitto è inserito un laser a croce che farà da guida durante l’intera fase). Nel corso dell’ecografia verrà calcolata la distanza cute-fegato e la geometria dell’organo. Verrà fotografata la posizione finale (il volto non verrà ripreso) e ciò risulterà molto utile nel caso di esami successivi.
La seconda fase dell’esame (durata: circa 15 minuti) è rappresentata dalla misurazione SQUID vera e propria. Il lettino su cui siete adagiati verrà spostato e sollevato verso l’estremità della macchina su cui è applicato un cuscino ad acqua che verrà riempito ed appoggiato sul vostro addome. Il peso approssimativo del cuscino è di circa 7 kg e la temperatura dell’acqua di 37*. Vi verrà poi richiesto di trattenere il respiro per circa 10 secondi durante la misurazione che verrà ripetuta più volte. Alla fine si procederà ad una o due misurazioni eseguite con le stesse modalità ma senza il cuscino ad acqua.
La terza ed ultima fase (durate: circa 15 minuti) prevede una nuova ecografia dell’addome per valutare con precisione il volume del fegato. Si effettua sempre sotto la guida del laser spostando il piano del letto di 2 cm per ogni scansione. Il volume del fegato risulterà dalla somma di tutte le scansioni eseguite.
E’possibile eseguire la misurazione anche sulla milza (se il suo volume è sufficientemente grande). In tal caso, dopo aver fatto riposare il paziente, si procederà dall’inizio.


Al centro SQUID è situata l’apparecchiatura per la nuova metodologia per la valutazione non invasiva della fibrosi epatica


CALIBRAZIONE “SQUID”

Tra il 29 ottobre e l’8 novembre 2004, 6 pazienti in cura presso il Centro Microcitemie hanno partecipato ad uno studio volto alla verifica della taratura dei 3 Squid attualmente funzionanti nel mondo (un quarto macchinario, sito a New York, non è stato ritenuto affidabile a causa della vetustà e dello spostamento subito da Cleveland). Questo studio si prefigge lo scopo di accertare che le misurazioni effettuate per mezzo dei diversi apparati Squid siano comparabili ed in che misura, a tutto favore di una attenta valutazione dei risultati che questi importanti macchinari danno e quindi a tutela della salute dei pazienti che vi si rivolgono per molteplici patologie, non ultima la talassemia.

Studio SQUID novembre del 2004


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